Lezione di
arte, cultura e soprattutto di vita oggi al “Cardarelli” con Tano
D’Amico.
Il famoso fotografo, testimone e protagonista di tanti eventi
cruciali della nostra storia recente, ha ‘incantato’
letteralmente gli studenti del Liceo Artistico che, alla fine del suo
lungo e ricco intervento, gli si sono addirittura ‘incollati’
accanto chiedendogli di prolungare la sua permanenza a scuola e
sollecitandolo con numerose domande. D’Amico ha ricordato numerosi
aspetti della sua attività professionale e della sua esperienza di
vita, incitando i ragazzi a non abbandonare mai i principi dettati
dalla loro coscienza e a difenderli con coerenza, anche quando questo
porta a percorrere strade non battute dalla massa; li ha incitati ad
avere il coraggio delle loro scelte e quando un alunno lo ha esortato
con: “Ci indichi lei le strade da percorrere per trovare questo
coraggio!”, lui ha risposto che l’unico modo è essere sempre
fedeli a se stessi senza abbandonare i propri sogni.
D’Amico è
partito dall’assunto che l’immagine di per sé molto spesso è
capace di orientare gli eventi storici molto più di tante parole e
che ogni periodo storico-culturale decisamente caratterizzato ha
espresso una sua iconografia specifica, tramandandola ai posteri ed
alla coscienza di ognuno. È così che, passando per i richiami ai
bassorilievi sumeri sulle deportazioni e il Delacroix de “La
libertà che guida il popolo”, il fotografo ha spiegato agli
studenti di aver sempre cercato di ‘cogliere l’anima’ delle
persone negli eventi, per porgerla a chi doveva leggere le sue
fotografie. Fotografie scattate sempre dalla parte degli ultimi, dei
diseredati, dei personaggi ignorati dalla Storia che, nel secondo
Novecento, hanno fatto invece irruzione nella Storia stessa col suo
carico di conflitti. Il movimento studentesco, gli anni ’70, i
carcerati in lotta, i palestinesi, i Rom: soggetti lasciati ai
margini dalla cultura ufficiale o letti secondo un’ottica univoca
dettata dal potere. Tano ha cercato di cambiare il punto di vista,
immergendosi nelle situazioni vissute ed al tempo stesso astraendosi
da loro per cercare quegli squarci di realtà nel cambiamento.
D’Amico ha inventato un modo di fare fotografia completamente
nuovo, spesso incompreso, che però nel tempo ha fatto scuola ma
soprattutto ha cercato di andare incontro all’umanità degli
individui e delle masse.
L’incontro di
oggi va inquadrato nell’ambito della collaborazione fra il Liceo
Cardarelli e gli Archivi della Resistenza di Fosdinovo, curatori
della mostra del lavoro di D’Amico intitolata “La lotta delle
donne” , visitabile nella Torre del Castello dei Vescovi di Luni di
Castelnuovo Magra da oggi fino al 28 maggio.
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