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martedì 16 ottobre 2018

Cardarelli alla Giornata della Memoria e dell’Accoglienza





Una delegazione di cinque studentesse della classe 5C del Liceo artistico Cardarelli ha partecipato anche quest’anno alla Giornata della Memoria e dell’Accoglienza che si è svolta sull’isola di Lampedusa.  

Dall’1 al 3 ottobre 2018, in occasione del quinto anniversario della strage del 3 ottobre 2013studenti e insegnanti hanno seguito workshop, curati da ONG ed enti istituzionali, hanno ascoltato le storie di vita, raccontate dagli stessi rifugiati e migranti sopravvissuti al naufragio, hanno seguito una tavola rotonda con la presenza del sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, e la partecipazione di diversi esperti del settore.  Infine, il  3 ottobre, hanno partecipato alla marcia verso la Porta d’Europa, accompagnata da un momento di raccoglimento e da una cerimonia di commemorazione in mare.
Come ogni anno è stata un’occasione per commemorare tutti i migranti morti nel tentativo di raggiungere l’Europa, ma soprattutto per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sui temi legati alle migrazioni.


L’iniziativa è stata promossa dal Comitato Tre Ottobre, con il sostegno del Comune di Lampedusa e Linosa e di Rai-Radiotelevisione Italiana, con il contributo dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, e finanziata dall’Agenzia dell’ONU per i rifugiati.

Era la prima volta che visitavamo l'isola e ci siamo ritrovate in un mondo completamente diverso da ciò che ci aspettavamo.

Le Giornate della Memoria si sono aperte la sera del primo ottobre, quando ci siamo incontrati a cena con i ragazzi accoglienti del comitato. Dopo cena ci siamo diretti verso la piazzetta dove quattro giovani ragazzi del liceo di Pesaro, hanno tenuto uno spettacolo teatrale. Alternando letture sceniche a canzoni, hanno ripercorso la storia tratta dal libro "Nel mare ci sono i coccodrilli".
Il mattino seguente (2 ottobre), presso l'Istituto Luigi Pirandello, si sono svolti numerosi workshop. Qui ci siamo incontrati con gli altri studenti, di scuole d'Italia e non, e anche del liceo di Lampedusa. Ognuna di noi ha partecipato a un workshop diverso. I laboratori sono stati esaustivi e ci hanno fornito in maniera precisa la realtà dei fatti; abbiamo ascoltato i racconti dei rifugiati, le storie di Under Radio (Save the Children), del’UNHCR, di Medici Senza Frontiere, di Amnesty International.
I ragazzi di Lampedusa ci hanno raccontato diverse esperienze, proprio perché loro hanno avuto un contatto diretto con quello che è successo il tre ottobre, e con quello che purtroppo continua a succedere.
Nei laboratori le nostre conoscenze si mischiavano con quelle degli altri ragazzi e ognuno doveva proporre e trovare delle soluzioni ai problemi discussi.
Nel pomeriggio del 2 Ottobre, abbiamo inoltre partecipato alla “Tavola Rotonda": Identità dei migranti, a cui presidiavano il sindaco di Lampedusa Paolo Martello, Tareke Brhane, Don Luca Camillieri (direttore uff. Ecumenismo e dialogo interreligioso della diocesi di Agrigento), Carlotta Sami (UNHCR), Eugenio Alfano (Amnesty International), Giuseppe da Mola (Medici Senza Frontiere), Fabio di Giacomo (OIM), Paolo Naso (Fcei), Daniela Pompei (Comunità Sant'Egidio), Abdullai Amed.
La serata si è conclusa poi con il concerto musicale di Sandro Joyeaux: ci ha fatto divertire, ballare, e scoprire numerosi dialetti, a suon di chitarra e basso.



La giornata del 3 Ottobre, invece  è stata per noi la più significativa. 
La marcia verso la porta d'Europa ha coinvolto noi studenti, la comunità dell'isola ed è stata accompagnata dalle preghiere dei sopravvissuti, e le parole tristi ma speranzose per il futuro di Tareke Brhane: I rifugiati portavano in mano le foto di tanti che non sono sopravvissuti, perchè nessuno debba più nascere e morire come una nullità. Arrivati alla Porta d'Europa, allo sventolare della bandiera della pace, i sopravvissuti hanno ricordato le vittime.
La commemorazione si è poi spostata in mare, dove abbiamo raggiunto in barca il luogo della tragedia. Vedendo con quanta facilità siamo potuti arrivare in quello stesso tratto di mare, a quasi un miglio dalla costa, abbiamo compreso il dolore dei sopravvissuti, abbiamo potuto immaginare la loro paura, il freddo,il dolore, perché ciò che è accaduto era evitabile. La stessa loro rabbia ci scorreva nelle vene, perché  la soluzione è introvabile finché le persone non si renderanno veramente conto di quanto tutta questa storia sia terribile nel 2018. Erano vicini, circa un miglio di distanza, ma 366 persone sono morte, affogate, senza forza. Siamo rimaste in silenzio, con tante domande per la testa che ci siamo portate fino a casa. 

C'è bisogno di più umanità, meno egoismo, e soprattutto ognuno di noi deve rendersi conto della propria fortuna, e capire che quando si ha quel che basta, arriva  il momento di iniziare ad aiutare gli altri. Perché viviamo in un paese che permette questo? Quando arriverà il momento in cui la gente metterà da parte i problemi frivoli, e inizierà veramente a pensare alla vita di tutte queste persone che lasciano la propria terra affrontando lunghi e terribili viaggi? 
Speriamo che con il tempo si possano trovare le risposte...nel mentre, noi ricordiamo, condividiamo e promuoviamo la cultura dell’accoglienza. 
Alice, Elisa, Greta,  Marlene, Zoe



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