Gli diamo la parola presentando il suo bozzetto iniziale.
Inizialmente ho ragionato sul concetto di casa, dunque ho deciso di rappresentare ciò che secondo me può assumere il valore più universale di questo termine. Quindi ho disegnato una figura umana avvolta da quella che per ogni individuo è stata la prima casa, il grembo materno, un luogo in cui tutte le persone si sono sentite protette.
La figura, che ho rappresentato in posizione fetale, cerca di rimanere legata morbosamente in quel posto in cui si sente protetta, rimane lì in quel tepore che la estranea dal resto del mondo.
Quel mondo talvolta troppo aspro e insidioso che spinge le persone a rinchiudersi nel proprio luogo sicuro , nella loro casa.
Nello sfondo ho voluto dare la sensazione di un conflitto all' esterno della placenta, in cui fanno la loro comparsa il grigio e il nero. Il primo è secondo me il colore che meglio identifica la guerra, è la tonalità del fumo delle armi da fuoco e quella della cenere; il secondo invece riesce a esprimere con la sua oscurità il terrore e la durezza del mondo fuori dal nostro rifugio .
Il mio lavoro è quindi un invito, per tutte quelle persone che si isolano nel tepore delle loro case, ad affrontare ciò che li circonda nonostante esso possa essere brutale e doloroso.
Nessun commento:
Posta un commento