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giovedì 23 maggio 2019

Auschwitz-Birkenau: un monito per il presente




Dal 17 al 21 febbraio alcune studentesse del Liceo Artistico Cardarelli, accompagnate dalla professoressa Giovanna Amodio, hanno partecipato al Viaggio della memoria in Polonia e nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau organizzato dal Consiglio Regionale della Liguria per gli studenti liguri vincitori del concorso sulla Shoah. Le ragazze, assieme ad altri loro compagni dell’Indirizzo Audiovisivo e Multimediale, hanno lavorato sulle tematiche inerenti il razzismo e le discriminazioni focalizzando la loro attenzione sull’assurdità della strage operata dai nazisti solo 70 anni orsono.
“Per noi insegnanti è un dovere morale insistere su certi argomenti se vogliamo rispettare i valori fondanti della nostra Costituzione Repubblicana – sostiene la prof.ssa Amodio che da anni, assieme ad altri colleghi, guida i suoi studenti in attività sull’argomento – Purtroppo l’intolleranza ed il razzismo sono sempre in agguato e non si nascondono neppure troppo bene ultimamente, anzi, sembra che l’essere razzisti sia diventato una moda. Ma spesso alcune persone, e alcuni giovani in particolare, non sanno fino a quali conseguenze possano arrivare alcuni atteggiamenti apparentemente innocui e banali e li adottano con troppa disinvoltura. Per questo noi docenti abbiamo il dovere di spiegarglielo. Ma non solo: abbiamo il dovere di dar loro un esempio concreto di lotta all’intolleranza. Quando vediamo masse di migranti diseredati, donne ridotte a scheletri per l’inedia e per le violenze subite, allora siamo di fronte ad un nuovo Olocausto. E davanti a questo noi dobbiamo urlare ‘Mai più!’
Per me, come insegnante, è una grande soddisfazione vedere che il lavoro svolto ha prodotto questi frutti e non solo perché le ragazze hanno vinto un premio prestigioso ma soprattutto per l’altissimo valore educativo e umano di questa esperienza. Il fatto che queste ragazze assieme a molti dei loro compagni possano essere “sentinelle” nella difesa dei diritti umani è un risultato che va ben al di là dei voti e dei premi”.



Anche le studentesse sono rimaste davvero toccate dall’esperienza. Ecco le loro voci.



“Ho visitato diverse volte un altro campo, quello di Mauthausen, ma se dovessi dire ciò che mi rimarrà per sempre impresso di Auschwitz-Birkenau direi il silenzio, ed il suo straziante suono. Indelebile la forza con cui mi ha penetrato l’anima colpendomi il cuore. Un silenzio assordante, abbagliante, tagliente. Un silenzio dirompente, sviscerante che mi si è posto dinanzi agli occhi rendendomi fragile, piccola. Un’esperienza di questo tipo ti fa comprendere l’importanza incommensurabile di ogni piccola cosa, ti fa comprendere quanto sia importante lottare ogni singolo giorno contro le ingiustizie e le cattiverie che ancora sono tristemente presenti al giorno d’oggi. L’importante è non essere mai indifferenti dinanzi alle ingiustizie e ricordare sempre affinché tutto ciò possa non ripetersi mai più”.
Martina Costa, 5 D



“Indimenticabile, non mi scorderò mai questo viaggio: un miscuglio di emozioni che non sono paragonabili a nulla.
I brividi che mi scorrevano lungo la schiena quando ho varcato l’ingresso di Aushwitz sotto la scritta “Arbeit macht frei”, non li accomuno a niente.
L’emozione più grande è stato quando abbiamo posizionato le pietre dei deportati spezzini nella ferrovia judenrampe: ho sentito di aver dato nome a qualcuno ritenuto dimenticato. Bellissimo.
Non scorderò mai quei posti agghiaccianti, non scorderò mai quelle emozioni così forti, non scorderò mai questo viaggio. Un percorso spirituale, non solo fisico; che mi ha aperto gli occhi sull’orribile passato che hanno dovuto affrontare miliardi di persone... È reale, non è un film, non sono storielle, è la vera storia, la nostra storia.
Quando ho ballato per il cortometraggio con il quale abbiamo vinto il concorso, mi sono immedesimata in una delle vittime dello sterminio, cercavo di cancellare dal mio braccio il numero tatuato, danzavo dentro la “cenere” che avevamo ricreato con la farina. Ora mi sento davvero come una di loro e mi impegnerò con tutte le mie forze perché abominii del genere non possano più accadere
Indimenticabile”
Francesca Minotto, 5 D



“Quando da casa immaginavo di vedere dal vivo Auschwitz, già pensavo a cosa avrei potuto provare. Ma ciò che pensavo non può essere minimamente comparato a ciò che realmente ho provato.
Occhiali, scarpe, vestiti, oggetti personali, capelli, che una volta avevano un proprietario e ora non lo hanno più, da tempo. Credo che questo sia la cosa che più mi ha colpito, la perdita dell’identità e il fatto di diventare solo un numero.
Un numero tra i tanti, tra i tanti vivi e i tanti morti, tra tanti bambini, donne e uomini. Tra tanti ebrei, tra tanti uomini innocenti, tra tanti signori anziani e tra tanti bambini che ancora dovevamo nascere, tra i pochi che si solo salvati.
Camminando per il campo, mi sono resa conto che su quel terreno una volta sono morte tante persone, hanno sofferto ore e ore in piedi, al freddo gelido o al caldo asfissiante, scheletrici e mal nutriti.
Tutte piccole cose che mai e poi mai avrei capito, se non visitando quello stesso poso causa di tanta tragedia. “
Elena Tronfi, 4 D



“Quest'esperienza è stata per me un percorso di crescita, che mi ha mostrato quanto la crudeltà umana se non contenuta e soppressa in tempo è in grado di fare.
Perché questo è stato per me, e spero possa essere per tutti coloro che visiteranno questi luoghi di dolore e sconforto; un modo per non dimenticare, un modo per avere impresso nella mente ciò che è giusto e sbagliato...che al mondo siamo tutti uguali senza distinzioni e che la vita, il dono più prezioso deve essere preservata, tutelata, perché tutti ne hanno diritto.
Vedere coi miei stessi occhi le atrocità vissute da quelle persone, mi ha dato modo di pensare e in qualche modo di rafforzare il mio carattere perché dopo questa esperienza io so per certo che mai permetterò a qualcuno di trattare in modo diverso altre persone, mai insegnerò ai miei figli l'idea del "diverso", del "superiore" o dell'"inferiore".
Gaia Fossati


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